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Nuove informazioni sui disturbi del movimento: punti salienti e commenti degli esperti dall’MDS 2022

Il congresso 2022 della Società per i disturbi del movimento (Movement Disorder Society) ha incluso alcuni nuovi importanti dati che potrebbero aiutare specialisti e team a ottimizzare l’assistenza ai pazienti.

In questo resoconto il Dott. Thomas Tropea (Università della Pennsylvania [University of Pennsylvania], Philadelphia, Stati Uniti) fornisce commenti su alcuni punti salienti del congresso annuale, tenutosi a Madrid, Spagna, dal 15 al 18 settembre. Per ulteriori informazioni sul congresso MDS, consultare la copertura giornaliera dell’evento da parte di Neurodiem.

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Al congresso di quest’anno della Società internazionale del parkinsonismo e dei disturbi del movimento (International Parkinsonism and Movement Disorder Society, MDS 2022), gli specialisti hanno appreso nuovi risultati sulla malattia di Parkinson (MP) e altri disturbi, con oltre mille nuovi studi presentati. Molti dei risultati oggetto di relazioni al congresso hanno evidenziato la crescente importanza delle tecnologie sanitarie digitali nel guidare le decisioni sull’assistenza.

Un importante studio ha confermato la fattibilità della riabilitazione della marcia da remoto per i soggetti affetti da MP. Alcuni specialisti di centri in Italia e Israele hanno presentato i risultati preliminari di un programma di allenamento della durata di 9 mesi, volto a valutare un nuovo device indossabile per la riabilitazione telematica, il quale include uno smartphone e un’unità di misurazione inerziale (Inertial Measurement Unit, IMU) applicato su ogni scarpa e sul torace.

I pazienti hanno eseguito l’allenamento dell’andatura in casa durante la fase di assunzione di farmaci utilizzando il sistema di tele-riabilitazione per 30 minuti, 3 volte a settimana. Durante l’allenamento, un assistente digitale fornisce un feedback audio basato sui dati IMU per correggere o consolidare il comportamento di marcia (ad es. “Fai passi più lunghi”, “Cammina più velocemente” o “Ben fatto”).

I ricercatori hanno riferito che:

  • Nove dei 10 pazienti valutati hanno completato il programma di riabilitazione da remoto
  • Il tempo medio trascorso a camminare, la distanza e la velocità di marcia erano rispettivamente di 27,45 minuti, 1,77 km e 1,1 m/s
  • Circa il 70% delle segnalazioni di feedback audio positivo (“Ben fatto”) dall’assistente digitale corrispondeva accuratamente ai pazienti che seguivano correttamente le istruzioni

Il dott. Tropea ha commentato: “Sempre più studi stanno dimostrando i benefici dell’esercizio fisico, della riabilitazione e dell’allenamento della marcia per le persone affette da MP. Il lavoro qui dimostrato evidenzia il valore potenziale di un intervento di teleriabilitazione che incorpora sensori di device indossabili con un programma di allenamento della marcia.

“Questi risultati preliminari mostrano che un intervento tele-riabilitazione della marcia è fattibile e può migliorare l’allenamento della marcia. L’elevata percentuale di feedback positivi durante le sessioni è un indicatore di un uso corretto ed efficace da parte dei pazienti. L’aumento dell’accesso a un efficace allenamento della marcia nei pazienti affetti da MP tramite un intervento di teleriabilitazione è un’esigenza fondamentale”.

“L’aumento dell’accesso a un efficace allenamento della marcia è un’esigenza fondamentale”

Dott. Thomas Tropea

Un altro studio ha dimostrato come la telemedicina stia contribuendo a colmare le lacune nell’assistenza neurologica nelle regioni rurali. Alcuni ricercatori in Kenya, dove ci sono meno di 20 neurologi, la maggior parte con sede nella capitale, hanno esaminato i dati di tutti i pazienti con diagnosi di disturbi del movimento presso il Meru Teaching and Referral Hospital e una clinica affiliata (Oregon Health Services) nel 2020 e nel 2021. Hanno esaminato il modo in cui è stata utilizzata la telemedicina e il modo in cui è stata formulata la diagnosi finale.

I risultati (vedere riquadro) hanno mostrato l’impatto positivo dell’uso delle piattaforme di telemedicina per la diagnosi, la gestione e il follow-up dei pazienti.

L’uso della telemedicina migliora l’accesso nelle aree rurali

Valutazione di 180 pazienti (età media 62 anni, 60% di sesso maschile):

  • Le diagnosi più comuni erano malattia di Parkinson (39%), disturbo del movimento farmaco-indotto (31%), distonia (11%) e disturbi del movimento funzionale (11%)
  • Altre diagnosi degne di nota includevano otto pazienti con mioclono, tre con striatopatia diabetica e due con corea di Sydenham

I principali metodi di telemedicina utilizzati nella diagnosi erano:

  • Messaggistica, compresa la condivisione video, con un neurologo esperto
  • Videochiamate
  • Telefonate dirette

 

Il dott. Tropea ha commentato: “I ricercatori riportano un approccio di consultazione di telemedicina per i disturbi del movimento in Kenya, dove l’accesso ai neurologi e agli specialisti dei disturbi del movimento è limitato.

“Dimostrano un modello di consulenza di telemedicina di successo che viene impiegato per aumentare l’accesso all’assistenza specialistica per i disturbi del movimento quando le valutazioni di persona sono limitate. L’espansione di questo modello per aumentare l’accesso sarebbe di fondamentale importanza per le persone in Kenya che soffrono di disturbi del movimento e può fungere da modello per altre aree con accesso limitato agli specialisti dei disturbi del movimento”. 

“Questo può fungere da modello per altre aree con accesso limitato agli specialisti dei disturbi del movimento”

Dott. Thomas Tropea

Sempre all’MDS 2022, gli specialisti hanno riportato come la combinazione di tecnologie digitali possa fornire informazioni complete sul comportamento dei pazienti nel real world. I ricercatori del Centro medico dell’Università di Rochester (University of Rochester Medical Center), New York, Stati Uniti, hanno rivelato i risultati di uno studio della durata di 2 anni sull’uso di sensori di device indossabili, monitoraggio domiciliare e altre tecnologie.

Soggetti con MP e soggetti di controllo sono stati valutati mediante uno strumento di analisi video per misurare la motilità, l’eloquio e le espressioni del viso al baseline e a 6, 12 e 24 mesi. I pazienti potevano scegliere di utilizzare fino a 3 tecnologie aggiuntive:

  • un’applicazione per smartphone (sessioni di 2 settimane, trimestrali)
  • Sensori di device indossabili (sessioni di 1 settimana, indossati di giorno per 6 giorni e per 24 ore il settimo giorno)
  • Un sistema di monitoraggio domestico (monitoraggio continuo)

I ricercatori hanno selezionato casualmente un paziente con MP (donna, 63 anni di età) e un controllo (donna, 57 anni di età) che hanno utilizzato tutte e quattro le tecnologie per illustrare la differenza tra le coorti. Hanno identificato le seguenti caratteristiche per il paziente con MP rispetto al controllo:

  • Meno tempo a camminare (1,18 rispetto a 1,39 ore)
  • Meno passi fatti al giorno (4.257 rispetto a 6.713 passi)
  • Maggiore durata dei passi (0,66 rispetto a 0,57 secondi)
  • Più tempo trascorso sdraiata durante il giorno (2,4 rispetto a 1,5 ore)
  • Giri più frequenti a letto (140 rispetto a 35 giravolte)
  • Meno tempo trascorso a letto (6,7 rispetto a 9,2 ore)
  • Maggiore intensità nell’alzare gli angoli interni del sopracciglio quando si sorride (0,18 rispetto a 0,12)
  • Minore intensità nell’alzare la guancia quando si sorride (0,03 rispetto a 0,92)
  • Meno tocchi sullo smartphone (123 rispetto a 243 tocchi)

Il dott. Tropea ha commentato: “Le tecnologie con device indossabili hanno il potenziale per acquisire l’attività motoria, le caratteristiche dello stile di vita e altri dati motori e comportamentali. Questo studio mostra l’estensione e la profondità dei dati che possono essere raccolti utilizzando più device in modo intermittente o simultaneo.

“Le differenze nella funzione motoria e nei comportamenti tra i soggetti con MP e i controlli senza MP sono pratiche misure oggettive che potrebbero essere utilizzate nella pratica clinica o potenzialmente incorporate come variabili di esito negli studi di ricerca”.

“Questo studio mostra l’estensione e la profondità dei dati che possono essere raccolti utilizzando più device”

Dott. Thomas Tropea

Dal momento che i device indossabili offrono molto potenziale per il monitoraggio personalizzato nella MP, è importante comprendere quali aspetti della MP devono essere valutati e un nuovo studio ha dimostrato che i punti di vista dei pazienti e degli operatori sanitari specializzati differiscono al riguardo.

I ricercatori hanno utilizzato questionari online (compilati da 434 pazienti affetti da MP e 166 operatori specializzati nell’assistenza della MP: 86 fisioterapisti, 55 infermieri e 25 neurologi) e gruppi di discussione più piccoli per esaminare le prospettive. Hanno scoperto che un terzo dei pazienti aveva monitorato i propri sintomi della MP nell’ultimo anno, il più delle volte utilizzando un diario cartaceo. Gli ostacoli principali al monitoraggio sono stati:

  • Non volersi concentrare troppo sulla MP
  • Sintomi relativamente stabili
  • Mancanza di uno strumento facile da usare

I sintomi di interesse considerati prioritari differivano significativamente tra pazienti e operatori sanitari: i pazienti hanno dato una priorità maggiore alla fatigue e ai problemi nei movimenti motori fini, mentre gli operatori sanitari hanno dato una priorità maggiore all’equilibrio e al freezing (vedere riquadro).

Sintomi considerati prioritari nella MP: differenze tra pazienti e operatori sanitari

Menzionati maggiormente dai pazienti:

  • Fatigue o mancanza di energia
  • Problemi nei movimenti motori fini
  • Tremore
  • Senso di impellenza nell’urinare
  • Problemi di eloquio
  • Difficoltà a concentrarsi o a rimanere concentrati
  • Gambe senza riposo
  • Dolore

Menzionati maggiormente dagli operatori sanitari:

  • Problemi di equilibrio
  • Difficoltà a iniziare la deambulazione o freezing durante la deambulazione
  • Allucinazioni
  • Ipotensione ortostatica
  • Lentezza dei movimenti
  • Discinesia
  • Problemi di deambulazione
  • Umore depresso

 

Il dott. Tropea ha commentato: “I sensori dei device indossabili sono promettenti come strumento di tracciamento passivo e non invasivo dei sintomi o dei criteri di valutazione dell’esito per le persone affette da MP. Le motivazioni e gli ostacoli all’uso sono un aspetto importante di questa linea di ricerca, che gli autori valutano tra le principali parti interessate.

“Le principali differenze tra operatori e pazienti evidenziano la necessità di obiettivi più consapevoli della tecnologia dei device indossabili che incorporino sia il punto di vista del paziente che quello del medico. È importante sottolineare che la raccolta passiva dei dati attraverso sensori di device indossabili, rispetto alla registrazione giornaliera in un diario, può soddisfare diversi aspetti delle aspettative dei pazienti e degli operatori”.

“La raccolta passiva dei dati attraverso sensori di device indossabili può soddisfare diversi aspetti delle aspettative dei pazienti e degli operatori”

Dott. Thomas Tropea

All’MDS 2022 sono state rivelate nuove informazioni sui fattori genetici associati alla demenza da MP, dove gli specialisti hanno riportato tre nuovi loci associati a una progressione più rapida alla demenza.

Alcuni specialisti di centri nel Regno Unito, in Norvegia e in Francia hanno condotto una metanalisi di sopravvivenza sull’intero genoma dei dati di 3.964 pazienti di origine europea con MP diagnosticata clinicamente. Complessivamente, il 6,7% dei pazienti ha sviluppato demenza nel periodo di follow-up (media 6,7 anni dall’insorgenza o dalla diagnosi della malattia).

L’analisi ha mostrato che:

  • L’allele apolipoproteina (APOE)-ε4 è stato confermato come un fattore di rischio maggiore per la conversione in demenza da MP (hazard ratio [HR] 2,42; p<0,001)
  • Sono stati identificati nuovi loci associati anche alla demenza, tra cui il recettore di apoE e APP [Amyloid Protein Precursor (Proteina precursore dell’amiloide)] LRP1B (HR 3,37; p<0,001)
  • Altre varianti associate a una progressione più rapida a demenza includevano varianti in SLC6A3 (HR 4,42; IC al 95% 2,62-7,45; p<0,001) e vicino a SSR1 (HR 2,31; p<0,001)
  • I pazienti che hanno sviluppato demenza presentavano anche livelli significativamente inferiori di amiloide β42 nel liquido cerebrospinale, rispetto a coloro che non hanno sviluppato demenza

Il dott. Tropea ha commentato: “La demenza è uno degli esiti a lungo termine più devastanti della MP, ma il meccanismo della demenza nella MP rimane sfuggevole. Questo lavoro replica la ben descritta associazione dell’allele APOE-ε4 e identifica nuovi loci candidati associati al rischio di demenza. I risultati evidenziano nuovi percorsi che potrebbero essere esaminati in futuri studi meccanicistici per comprendere il loro ruolo fisiopatologico.

“Questi approcci sono essenziali per comprendere perché alcune persone affette da MP sviluppano demenza e per identificare nuovi percorsi per lo sviluppo terapeutico”.

 

“Questi approcci [genetici] sono essenziali per comprendere perché alcune persone affette da MP sviluppano demenza”

Dott. Thomas Tropea

Quanto sono utili gli attuali punteggi di rischio per identificare gli anziani a rischio di MP? Alcuni ricercatori in Austria hanno presentato nuovi dati a supporto dell’uso dell’algoritmo PREDICT-PD aggiornato e dei criteri di rischio della MDS.

Hanno calcolato i punteggi di rischio per i 574 membri della coorte longitudinale dello studio Bruneck basato sulla popolazione (di età compresa tra 55 e 94 anni), in base ai dati basali raccolti nel 2005. È stata determinata anche l’incidenza di MP confermata nel periodo di follow-up di 10 anni.

I ricercatori hanno scoperto che:

  • Il punteggio aggiornato dell’algoritmo PREDICT-PD era associato a MP incidente (odds-ratio [OR] 4,61; p<0,001), producendo un odds-ratio più elevato rispetto all’algoritmo PREDICT-PD originale (OR 2,38; p<0,001)
  • Allo stesso modo, il punteggio di rischio basato sui criteri MDS aggiornati era associato a MP incidente (OR 7,13; p<0,001), che era numericamente superiore sia ai criteri originali sia all’algoritmo PREDICT-PD aggiornato, con intervalli di confidenza sovrapposti

Il dott. Tropea ha commentato: “Predire il rischio di MP nella popolazione generale consentirebbe un’identificazione più tempestiva dei soggetti a rischio. I ricercatori hanno effettuato una relazione su un modello predittivo migliorato chiamato PREDICT-PD potenziato per identificare la MP incidente in uno studio osservazionale longitudinale.

“Identificare i soggetti a rischio di MP è altamente utile per la ricerca clinica, l’arruolamento nelle sperimentazioni cliniche e per l’assistenza clinica. Questo lavoro rappresenta il processo iterativo di miglioramento del modello di previsione del rischio e studi futuri potrebbero aiutare a migliorare questi modelli di previsione”.

“Questo lavoro rappresenta il processo iterativo di miglioramento del modello di previsione del rischio”

Dott. Thomas Tropea

Nella distonia, gli specialisti hanno effettuato una relazione su un nuovo algoritmo che potrebbe aiutare a predire le impostazioni ottimali per la stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS) pallidale del globo pallido interno e potenzialmente consentire un migliore controllo dei sintomi.

I ricercatori dell’Ospedale universitario di Würzburg, in Germania, hanno sviluppato l’algoritmo C-SURF che testa in silico diverse impostazioni di contatto della DBS e quindi predice le migliori impostazioni possibili per la stimolazione del singolo paziente.

In uno studio di fattibilità i pazienti trattati con DBS pallidale sono passati dalla programmazione clinica standard ai parametri di stimolazione suggeriti da C-SURF. Il controllo dei sintomi motori, gli eventi avversi e la soddisfazione del paziente sono stati valutati di persona 14 giorni dopo e i pazienti sono stati intervistati telefonicamente 6 mesi dopo.

Dieci pazienti sono stati sottoposti a screening e 8 hanno completato lo studio (età media 43 anni, 5 di sesso femminile, tempo medio dall’intervento chirurgico 8 anni):

  • C-SURF ha determinato miglioramenti significativi nel controllo dei sintomi motori rispetto agli esiti precedenti utilizzando la programmazione clinica: la riduzione dei sintomi motori (rispetto ai livelli preoperatori) era del 75% con C-SURF e del 66% con la programmazione clinica (p=0,01)
  • Le migliori prestazioni osservate con C-SURF non sono risultate associate a un aumento di eventi avversi o consumo energetico

È ora in corso una sperimentazione randomizzata controllata con C-SURF (NCT05097001).

Il dott. Tropea ha commentato: “Il compito iterativo di programmare efficacemente i target pallidali della DBS è un approccio inefficiente associato a un tempo di trattamento subottimale prolungato. Un approccio alla programmazione ottimale basato sui dati potrebbe migliorare la risposta al trattamento e ridurre il tempo di trattamento subottimale.  Questi risultati preliminari dimostrano che C-SURF era associato a esiti riferiti dai pazienti migliori rispetto ai contesti clinici e potrebbe essere un’alternativa ideale alla programmazione clinica. Il potenziale aggiuntivo di ridurre il tempo necessario al medico per programmare e la riduzione dei costi sarebbe un ulteriore vantaggio”.

“C-SURF potrebbe essere un’alternativa ideale alla programmazione clinica [nella DBS per la distonia]”

Dott. Thomas Tropea

Infine, per questo riepilogo di punti salienti della MDS, gli specialisti hanno effettuato una relazione sulle difficoltà nella diagnosi di pazienti con atassie ereditarie (Hereditary Ataxias, HA) e paraplegie spastiche ereditarie (Hereditary Spastic Paraplegias, HSP).

Alcuni ricercatori di Barcellona, Spagna, hanno condotto uno studio cross-sectional descrittivo su 59 pazienti di 56 famiglie seguiti presso un centro (46 con HA, 9 con HSP e 5 con una combinazione di HA e HSP):

  • il 39% dei pazienti aveva un’anamnesi familiare positiva, il 37,2% segni piramidali, il 22% neuropatia periferica e il 49,1% atrofia cerebellare
  • La diagnosi molecolare è stata ottenuta nel 22% dei pazienti: l’atassia di Friedreich è stata diagnosticata in 5 pazienti, SCA3 in 2 e quanto segue in 1 paziente: SCA7, SPG15, SPG26, SPG48, atassia spastica correlata a POLR3A e atassia episodica di tipo 2
  • I metodi diagnostici molecolari erano test a singolo gene, tra cui PCR [Polymerase Chain Reaction (reazione a catena della polimerasi)] con priming ripetuto e sequenziamento di Sanger (8 pazienti su 45 hanno ottenuto la diagnosi); profilo genico (1 paziente su 3 ha ottenuto la diagnosi); e sequenziamento dell’intero esoma (4 pazienti su 8 hanno ottenuto la diagnosi)
  • Il costo medio per paziente di tutte le diagnosi molecolari, esclusi i profili genetici e il sequenziamento dell’esoma, era di 686,44 euro. Nel 13%, il costo era superiore al costo del sequenziamento dell’esoma

Il dott. Tropea ha commentato: “Rimangono molte difficoltà nella diagnosi di HSP e HA. I test genetici sono aumentati con un migliore accesso ai test genetici. Gli autori evidenziano le loro esperienze tra il 2009 e il 2021, dimostrando il loro uso di test a singolo gene, pannelli e sequenziamento dell’esoma.

“Un confronto dei costi stimati delle procedure diagnostici rispetto al sequenziamento dell’esoma evidenzia il problema di un ostacolo economico ai test genetici per i disturbi del movimento. Il sequenziamento dell’esoma aveva la resa più alta tra questi test in questa piccola dimensione del campione. Questo lavoro dimostra che, con la riduzione degli ostacoli, tra cui i costi, il sequenziamento dell’esoma può diventare economicamente vantaggioso e avere la resa più elevata per i test genetici nelle procedure diagnostiche dell’atassia e dell’HSP”.

“Il sequenziamento dell’esoma può avere la resa più elevata per i test genetici nelle procedure diagnostiche dell’atassia e dell’HSP”

Dott. Thomas Tropea

Per ulteriori informazioni sui nuovi sviluppi segnalati all’MDS 2022, consulta la copertura giornaliera dell’evento sul sito web di Neurodiem.